lunedì 9 gennaio 2017

La Tierra y la Sombra (Land and Shape)


109 - La Tierra y la Sombra (gennaio 2017)



Alfonso, dopo diciassette anni passati separati dalla sua famiglia ritorna nella casa dove vivono la (ex?) moglie e la famiglia del figlio gravemente malato.

Gli sterminati canneti che producono ceneri pericolose per la salute ma che allo stesso tempo sono l'unica fonte di lavoro e di sostentamento per la gente del luogo, la desolazione circostante, la "sporcizia" di un'ambientazione propriamente votata a mostrare un vuoto siderale fra i personaggi e tutto il resto sono gran parte del corpo visivo di questo piccolo film colombiano.

Il suo regista aderisce concettualmente ad una strategia di lentissima e serafica osservazione del dolore, aggiungendo alla storia una dimensione astratta che si fa quasi stoica, senza però dar segni di insofferenza o lasciare tracce sensibili di empatia da dietro la macchina da presa in questo racconto senza sorprese ma altresì pieno di amarezza: la profondità di campo, le inquadrature isolate, il ritmo flemmatico di un montaggio essenziale alle parole centellinate, e i piani sequenza danno tutti un'idea ben precisa di una "fissità" della macchina da presa, e di uno sguardo da fuori, che assiste in contemplazione quasi ipnotizzato, quasi perduto in una qualche superstiziosa maledizione sciamanica che segna un'inesorabile lacerazione della famiglia, nei suoi rapporti interni e nei suoi rimaneggiamenti.

È tutto talmente "poco" che a volte sembra troppo (da sopportare: nel senso che vi è una specie di anti-impermeabilità alla speranza) e a volte torna ad essere esattamente questo, un esercizio espressivo di spessore del suo autore sulla base del compromesso di un dettaglio caratteriale-introspettivo praticamente inesistente e di una storia che non fa proprio niente per rendersi più coinvolgente o, meglio, meno distaccata.

Ma preso come un film di suggestioni, di silenzi angosciosi, di petti traboccanti di dolore e di parole non dette, il film raggiunge un suo equilibrio compositivo che gli fa guadagnare un senso tragico ben più potente di quello cui partecipano i suoi personaggi all'interno della loro storia.

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