mercoledì 26 febbraio 2014

Her


71 - Her (febbraio 2014)




Theodore vive un complicato rapporto con se stesso. Ipersensibile e solo, dopo la rottura e la prospettiva dell'imminente divorzio dalla moglie Catherine, consuma le sue giornate a scrivere lettere in cui manifesta i propri sentimenti per conto di altre persone che non hanno tempo né le sue capacità.

Il rimestio nostalgico dei ricordi, combinato alle difficoltà di adattarsi alle leggi di un mondo che sarà pure tecnologicamente avanzato ma resta fondamentalmente la stessa giungla che conosciamo, ci introducono alla visione di Jonze, che parte dalla promessa di una frontiera tecnologica in cui sia possibile interagire con un'intelligenza artificiale avanzata, in grado non solo di replicare un'intelligenza umana ma di sviluppare una propria coscienza, per affrontare l'irrisolto rapporto uomo-macchina, in chiave romantico-sentimentale.

Ma c'è molto di più, in realtà: nell'accettazione generale con cui questo ipotetico futuro recepisce a tutti i livelli le dinamiche e le interazioni fra uomo e realtà virtuale e pur nello scetticismo tutto sommato moderatissimo che fa da sfondo ai legami fra uomini e 'OS', si studia attentamente l'idea che l'interdipendenza fra di essi non sia altro che il preludio ad una accresciuta coscienza di sé, la quale porta quasi inevitabilmente però conseguenze diverse per le due entità, in progressivo allontanamento.

Così, l'A.I. non essendo vincolata ad un contenitore fatto di carne e ossa e quindi dispensata dalla minaccia del tempo che scorre, può travalicare le pieghe del tempo e dello spazio stesso; ciò che all'uomo non è concesso, ed oltre a questo, si percepisce chiaramente il timbro con cui Jonze nella sua sceneggiatura memorabile, cervellotica ed emotiva allo stesso tempo, ci chiede di ricordare per l'ennesima volta come l'uomo si approcci a qualcosa di potenzialmente più profondo e sconosciuto quasi sempre per gioco, perché effettivamente spaventato, disorientato, oppure perché limitato da un tipo di evoluzione che gli ha insegnato qualcosa che ancora non riesce pienamente a comprendere; perché ragiona ancora in termini di distanze fisiche, rapporti di biunivocità, perché ancorato ad una dimensione corporea che ne mina l'esplorazione individuale.

Il film di Spike Jonze, che nasce dall'esigenza fisica di confrontarsi in modo cerebrale, molto attraverso la parola, ma comunque riuscendo a trattare tematiche tendenzialmente legate alla commedia sentimentale senza chiederci di spegnere il cervello (tutt'altro), cosa già di per sé notevole, vuole in fondo a sua volta spaziare ed esplorare con una lettura più ambiziosa, provocante e a tratti surreale un fenomeno cui la nostra odierna società sta tendendo, indagando sulle cause dell'immobilismo e sulla parabola dell'esistenza in senso esteso, e su come sia l'insoddisfazione a generare la ricerca di risposte piuttosto che il contrario.

Lo fa sempre con una delicatezza di fondo indescrivibile, ma non certo sottraendo allo stimolo della fantasia il rovescio della medaglia; il taglio fortemente melancolico che riveste l'intero lungometraggio vive e risente degli stessi stati d'animo e dei cambi d'umore del suo (suoi) protagonista (i) - un Joaquin Phoenix la cui sagoma è infallibile per questo genere di ruoli e la voce, carica di espressività, di Scarlett Johansson - e in questa sorta di montagna russa assillante trova piena evasione la pulsante vena lirica che riempie le profonde sfumature di grigio in cui perdersi sembra essere il solo modo possibile per riacquistare la prospettiva di sé e permetterle di crescere.

Opera matura di Jonze, risolutiva, dal linguaggio diretto, che non si risparmia l'amara ironia di una sofferenza annunciata, eppure vive di una grazia rara da trovare, e si contornia di tutta una serie di elementi d'atmosfera, a cominciare dalla meravigliosa colonna sonora firmata nientemeno che da Arcade Fire e Karen O (degli Yeah Yeah Yeahs), che rendono l'esperienza non solo esteticamente valida ed inebriante ma anche tremendamente pragmatica. E necessaria.


Scena scelta










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