sabato 24 aprile 2021

Promising Young Woman

154 - Promising Young Woman (Aprile 2021)






Cassie è una ragazza che lavora in un bar con poche motivazioni e vive un blocco emotivo che non le permette di vivere una vita all’altezza della sua intelligenza e delle aspettative che tutti avevano per lei, fino a quando un evento dissepolto dal passato non torna alla luce.

 

Altro esordio alla regia, il film di Emerald Fennell è una satira della società attuale progettato come un thriller di eccezionale fattura: ben misurato nei ritmi e congegnato meccanicamente come un esplosivo. Dalla ovvia sinergia Fennell-Mulligan (anche produttrice esecutiva del film) si dirama il fascio elettrico di nervi scoperti che il film non manca di sondare e mettere alla prova.

 

Il film parte come tentativo di inquadramento psicologico legato a un trauma non meglio definito che è quasi uno studio sul personaggio, circostanziato dall’espressione ermetica e dal sogghigno ironico della prova della sua ottima protagonista, per poi scivolare sempre più nell’oscurità e nel baratro come in una lenta, gravitazionale discesa negli inferi; curiosamente è proprio la legge del contrappasso Dantesco a istruire le motivazioni di una (apparentemente) abulica, nichilista Cassie, determinata non tanto alla vendetta in quanto tale ma al riconoscimento dell’abuso dimenticato. È infatti proprio il riscatto da quell’indifferenza irresponsabile che caratterizza la società che le ruota attorno a determinare quella svolta a lungo attesa.

 

Se da una parte il film utilizza gli strumenti linguistici dei sottogeneri horror e della black comedy, dall’altra analizza con occhio lucido il rapporto sempre più ambiguo, grottesco (e che quindi solo con quegli strumenti può essere affrontato) tra potere, giustizia e mezzi di comunicazione in una società ormai sempre più dominata dalla necessità/inevitabilità del sapere tutto di tutti. In una realtà di questo tipo è relativamente difficile scomparire, o quantomeno scomparire del tutto.

 

La minaccia incombente del film, disvelata in modo sublime e divertente attraverso l’occhio chirurgico della regista, si fa così metafora sempre meno astratta e allentata di una realtà in cui siamo chiamati a prendere parte e coscienza: non a caso la Fennell sceglie il volto, formalmente perfetto nella sua innocenza, di Bo Burnham per incarnare il punto di vista auto-assolutorio maschile (ma, forse, in generale il punto di vista di chi si crede nel giusto a prescindere) per giocare con il nostro coinvolgimento e proiettare su di noi le stesse domande che poi si farà il suo personaggio, manipolando gli stereotipi e toccando un terreno morale tanto più scomodo quanto importante da definire.

 

Quasi una sorta di Get Out ridefinito secondo gli standard conquistati dai movimenti emancipatori di questi ultimi anni che hanno messo i diritti della donna al centro di una sempre maggiore rivendicazione e che anche il cinema sembra aver finalmente recepito scegliendo di mettere in evidenza tematiche e personalità sempre più femminili che mostrino anche la loro realtà, che non ne neghino il valore storico né il contributo artistico, Promising Young Woman è un film importante e rappresentativo del suo tempo, un film di cui non si può in questo momento fare a meno di parlare e che soprattutto non si può ignorare, proprio come non si può più ignorare la violenza e l’ingiustizia che nasce dal tentativo di coprirla: qualsiasi sia la variante della storia, è una storia che dovremmo già conoscere, ma che è sempre bene ricordare. 





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