sabato 24 aprile 2021

Sound of Metal

153 - Sound of Metal (Aprile 2021)





Ruben è il batterista di un gruppo metal chiamato “Blackgammon” assieme alla partner Lou, con la quale si esibisce live, sempre on-the-road. Durante la sosta in una delle tappe previste dal tour, Ruben manifesta una drammatica e improvvisa perdita dell’udito, portandolo a riconsiderare senza mezzi termini non solo la sua esperienza di musicista ma la sua vita intera. 

Attraverso una sceneggiatura tanto semplice quanto incalzante, e un sonoro che si fa sia strumento tecnico che mezzo espressivo, Darius Marder (sceneggiatore di The Place Beyond the Pines) al suo esordio registico racconta la storia di un ragazzo ai margini del mondo e la cui solitudine, pur avendo trovato un senso di appartenenza nel rapporto con la compagna Lou, è stilizzata e ben permeata dalle inquadrature che lo vogliono isolato, tagliato da un disegno più grande; il ponte con il proprio futuro è il raggiungimento di quella consapevolezza che paradossalmente troverà nel “silenzio” indotto dalla sordità, lì dove il “beat” della batteria incontra lo scandirsi dei ritmi biologici alla luce di una nuova e ritrovata condizione di umanità: è attraverso un percorso di iniziale isolamento che Ruben capisce quanto la sua vita si sia sempre basata su prospettive in qualche modo ridotte, e in questo senso è proprio la condizione di disabilità ad offrirgli quella serenità per poter uscire dalle dinamiche esteriori del mondo e finalmente compenetrarlo veramente.

L’antestoria del cinema è l’immagine muta, che prima ancora del sonoro danzava sul grande schermo, costringendo lo spettatore all’interpretazione dei segni visivi anche più sottili al fine di seguire la storia, di sintonizzarsi con il suo linguaggio, che proprio in quest’epoca si sviluppa più compiutamente. E Marder, sfruttando a pieno le potenzialità del mezzo, lega l’astratto metaforico con il concreto della vita umana che racconta e varca le dimensioni sovrapposte del film e della vita stessa attivando il conduttore motivo-meccanismo sonoro. 

Non sarà il surrogato di un suono ritrovato a ridare a Ruben quanto riteneva di aver perso, ma quel senso di connessione che troverà nelle persone e nella capacità di trascendere l’immediatezza delle cose per scorgerne il midollo, la musica interiore, minacciata poi da quello che apparirà solo come un ritrovato brusio di sottofondo. 

In un bellissimo gioco di prospettive, Marder esplicita il senso di un vuoto che si colma di tenacia e resilienza attraverso le criticità del cambiamento, tratteggiando i contorni di un’esistenza che può essere ora considerata nella sua piena accezione; una volta raggiunta quella consapevolezza, lo sguardo non potrà più essere quello di prima, e il cielo sovrastante sembrerà più vicino.




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